Caro Babbo Natale,
eccoci di nuovo qua. Un altro anno è passato e, prima di chiederti il regalo, forse è il caso di valutare se davvero lo meritiamo.
Siamo stati cattivi. Quest’anno abbiamo fatto sudare e stancare un sacco di persone. Abbiamo promesso loro panorami che spesso non abbiamo trovato. Abbiamo fatto consumare un sacco di scarpe, abbiamo rovinato un sacco di maglie e pantaloni, bucati da rovi, sassi, rocce appuntite e rami di alberi in mezzo ai sentieri.
Abbiamo fatto spendere un sacco di soldi in gasolio ed autostrada per raggiungere posti che non sapevamo prima nemmeno esistessero. Abbiamo sprecato un sacco di acqua per idratarci durante le salite, un sacco di plastica di barrette energetiche e gel alla frutta, abbiamo lasciato in giro bucce di banana, mandarini, mele e altri frutti più o meno esotici con la speranza di recuperare energie.
Abbiamo illuso le persone che la felicità sta in alto e più si sale più si è felici, ma poi a casa dobbiamo tornare tutti quanti, prima o poi, per ritrovare quello che abbiamo lasciato. Con l’aggravante di decine e decine di cicli di lavatrice per togliere lo sporco dai vestiti che, se fossimo rimasti a casa, non sarebbe esistito.
Abbiamo speso un sacco di soldi per mangiare e dormire nei rifugi, abbiamo trangugiato chili e chili di polenta, formaggi, spezzatini costringendo i poveri agricoltori ed allevatori ad un superlavoro quando sarebbero potuti rimanere tranquilli sotto un albero a riposare.
Abbiamo rovinato sentieri con le punte dei nostri bastoncini da trekking, abbiamo perso elastici per capelli, moschettoni, fazzoletti di carta. Non era voluto, credici, ma è successo. Abbiamo peso borracce rotolate giù in scarpate, abbiamo bucato guanti stringendo forte i cavi delle ferrate, abbiamo attaccato adesivi sulle croci e sui bivacchi, abbiamo contribuito a rendere meno solitaria e pacifica la montagna, luogo di pace e solitudine per eccellenza.
Ci siamo arrabbiati, incazzati, imprecato a volte quando la salita era così lunga e non accennava a mollare, quando la vetta non era così vicina come ci avevano promesso, quando il dislivello aumentava nonostante pensavamo finisse lì dove avevamo calcolato. Abbiamo fatto un sacco di km aggiuntivi solo per restare in giro qualche ora in più, abbiamo mangiato a fine giornata anche se non avevamo fame, abbiamo bevuto una seconda birra ed un secondo spritz anche se non avevamo più sete.
Però vedi, caro Babbo Natale, non crediamo che tutto questo, in fondo, sia davvero una malvagità .
Abbiamo fatto sempre tutto con lo spirito migliore che quel giorno potessimo portare in giro. Abbiamo provato in tutti i modi a stare bene noi e quelli che avevamo a fianco, abbiamo provato a tagliare i tornanti per accorciare la strada, abbiamo provato anche a tagliare nei boschi per giungere più veloci in cima. Vedi Babbo Natale, non siamo così convinti di essere stati cattivi, quest’anno. Perché abbiamo anche raccolto un sacco di elastici per capelli in giro, e se vuoi te li faccio vedere, li abbiamo tutti a casa nella nostra piccola collezione. Le bucce di arancia e banana le abbiamo lasciate agli animali, che anche loro hanno bisogno di qualcosa di esotico, ogni tanto. Sempre erba, sai che palle. Non è vero, lo sappiamo, ma ci sono peccati maggiori da punire.
Abbiamo camminato per il gusto di farlo e lo abbiamo fatto bene, siamo sempre rimasti sui sentieri ufficiali (quasi sempre, dai, precisetti) senza rovinare la flora né disturbare la fauna locale. Volevamo solo vedere i camosci e gli stambecchi, magari qualche falco o qualche aquila o qualche marmotta. E non volevamo andare allo zoo perché ciò accadesse. Ci siamo sbattuti e a volte siamo stati ricompensati.
Caro Babbo Natale, ti vediamo che storci il naso: se hai due minuti ti facciamo vedere qualche foto, giusto qualcuna delle 50 e più foto di gruppo che abbiamo scattato quest’anno e ti renderai conto da solo che le persone che erano con noi, e noi stessi, sorridevamo tantissimo, anche sotto i baffi. E se si sorride, a meno che non sia un sorriso beffardo, non può essere un brutto momento. Ce l’abbiamo messa tutta a pianificare perfettamente ogni escursione, ma non è colpa nostra se a volte un sentiero si interrompe, un albero cade, un pezzo di montagna frana e dobbiamo fare centinaia di metri in più per tornare a casa. E non è neanche colpa nostra se ci piace così tanto perderci in mezzo alla natura e dentro di noi che a casa, a volte, proprio non vogliamo tornare.
Caro Babbo Natale, per l’anno prossimo non vorremmo nient’altro che un altro po’ di tempo e serenità per continuare a stare bene come lo siamo stati quest’anno. Magari un paio di scarpe nuove, che siano comode come quelle vecchie ma con un po’ di grip in più per non scivolare. Magari una giacca in goretex per non bagnarci subito alle prime gocce di pioggia, ma se non fosse possibile pazienza, useremo il poncho come abbiamo sempre fatto.
Regalaci ancora un po’ di tempo di tempo libero e voglia di camminare ancora, scoprire nuovi posti, tornare in quelli dove siamo già stati ma con spirito diverso ed entusiasmo maggiore. Chissà , magari scopriamo cose che ci eravamo persi.
Caro Babbo Natale, se davvero possiamo chiedere qualcosa, non servono troppe cose materiali. Portaci solo quel pizzico di magia che trasforma ogni fatica in gioia, ogni passo in scoperta, ogni cima raggiunta in una lezione da portare nel cuore. Continua a sorprenderci con albe e tramonti inaspettati, incontri speciali e paesaggi che sembrano dipinti. E se questa notte dovessi passare dal nostro rifugio immaginario, fermati un attimo: ci sarà sempre una tazza calda e un sorriso pronto per te.
Grazie per tutto quello che già ci hai regalato e per quello che, ne siamo certi, arriverà ancora.
Con affetto,
Quelli che camminano.

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